Romano Prodi

Roma, 1 marzo 2006

"Non credo ad un pronostico di stallo, ma se non si potrà governare si andrà alle nuove elezioni". Non crede al pareggio, o all'ipotesi di maggioranza delle due Camere distribuita ad ognuno dei due schieramenti, il leader dell'Unione Romano Prodi, intervistato da MF-Dow Jones sull'esito del voto del 9 aprile.

Prodi non crede "che ci saranno problemi di governabilità nella nostra coalizione: abbiamo un programma comune con l'obbligo di durare cinque anni". "Non ho mai avuto liti né nel governo ne' nella Commissione Ue: è certamente - continua Prodi - un modo di lavorare anche faticoso, ma sono convinto che non ci saranno problemi. Bertinotti fece cadere il governo, ma all'epoca dava un appoggio esterno, non era coinvolto nel governo".

A proposito delle conseguenze della vicenda Enel-Suez, Prodi ha detto che "a questo punto deve intervenire lo Stato e serve la reciprocita'. Essendo io un fautore del mercato aperto ed avendo come punto di riferimento l'Europa e non i campioni nazionali -ha aggiunto- dico che comunque in questi casi bisogna reagire o con misure amministrative come quella che c'era prima (diritti di sterilizzazione di voto, ndr.) o attraverso una politica industriale di rafforzamento delle nostre imprese, perche' le misure amministrative devono avere durata limitate e devono essere abbattute non appena c'e' reciprocità".