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Primi al mondo ricostruiscono pelle completa. Stampa
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mercoledì, 01 marzo 2006

 

Medicina:dalle staminali ricostruita pelle completa.

ROMA - Per la prima volta al mondo la pelle completa di strato superficiale e profondo e' stata ricostruita in laboratorio utilizzando tre diversi tipi di cellule staminali prelevate da 13 pazienti ed e' stata poi reimpiantata negli stessi pazienti per riparare lesioni molto gravi ed estese . Gli interventi sono stati eseguiti a Roma, presso la cattedra di Chirurgia plastica dell'universita' La Sapienza diretta da Nicolo' Scuderi.
Lo ha reso noto oggi a Roma lo stesso Scuderi, nell'ambito del primo congresso nazionale Corte (Conferenza italiana per lo studio e la ricerca sulle ulcere, piaghe, ferite e la riparazione tessutale) che riunisce 34 societa' scientifiche e inoltre associazioni di pazienti e infermieri.staminali.jpg
SANITA': LESIONI CUTE, SPESA ITALIANA LA PIU' ALTA IN UE Italia al primo posto in Europa per numero di persone che soffrono a causa di lesioni croniche della pelle e al primo posto anche per la spesa necessaria per le cure, pari a 900 milioni di euro: doppia rispetto a quella della Gran Bretagna e quadrupla rispetto a quella della Francia.
Altissimi anche i costi in termini di giornate di lavoro perse, stimate in circa 500.000. Sono i dati all'esame del tavolo tecnico istituito presso il ministero della Salute e resi noti oggi a Roma, nel congresso Corte (Conferenza italiana per lo studio e la ricerca sulle ulcere, piaghe, ferite e la riparazione tessutale). ''Il ministero della Salute ha accolto le sollecitazioni dal mondo scientifico e dell'assistenza in merito al problema della gestione delle lesioni cutanee avanzate'', ha detto il direttore scientifico dell'istituto San Gallicano di Roma, Mauro Picardo. Secondo i dati raccolti dagli esperti in un'indagine che raccoglie dati di tutte le regioni, l'Italia circa due milioni di persone soffrono di diversi tipi di ulcere della pelle (da decubito, varici, da diabete e chirurgiche): i piu' numerosi in Europa. Una cifra dalla quale emerge un paradosso: ''l'Italia e' all'avanguardia in fatto di qualita' nei trapianti d'organo, ma e' decisamente indietro nella cura delle piaghe da decubito negli stessi pazienti'', ha osservato il direttore della cattedra di Chirurgia plastica dell'universita' La Sapienza, Nicolo' Scuderi. La strada maestra per ridurre i danni, secondo gli esperti, e' ''favorire i trattamenti corretti fin dal'inizio''. E il modo migliore per farlo e' utilizzare dispositivi di cura piu' avanzati, dalla pelle artificiale agli alginati che assorbono l'essudato, ai prodotti antisettici a base di argento. Dall'indagine e' emerso infatti che utilizzare dispositivi di nuova generazione permette di dimezzare il costo del trattamento dei pazienti, di aumentare la percentuale di miglioramento delle lesioni e di ridurre i ricoveri. Si calcola che l'11% delle persone di oltre 65 anni ricoverate in ospedale e' soggetto alle piaghe da decubito e che la durata media del ricovero e' di circa 30 giorni. Nel resto d'Europa, invece, il ricovero dura in media 10-12 giorni perche', hanno concluso gli esperti, si privilegiano il servizio sul territorio, la formazione degli operatori e soprattutto la rimborsabilita' delle cure.
STAMINALI: 3-5 ANNI PER SENO ''COLTIVATO IN LABORATORIO'' Il seno al silicone e' destinato a diventare un vecchio ricordo in una manciata di anni: il futuro e' legato alla possibilita' di coltivare in laboratorio le cellule staminali adulte del tessuto adiposo (adipociti), che insieme alle ghiandole mammarie costituiscono il tessuto del seno. ''Ricostruire la parte grassa della mammella evitera' l'uso di protesi'', ha detto il direttore della cattedra di Chirurgia plastica dell'universita' di Roma La Sapienza, Nicolo' Scuderi, a margine del primo congresso nazionale Corte (Conferenza italiana per lo studio e la ricerca sulle ulcere, piaghe, ferite e la riparazione tessutale). ''La ricostruzione del seno basata sulla coltivazione in laboratorio degli adipociti - ha aggiunto - potra' essere utilizzata sia per ricostruire il seno a pazienti che hanno subito l'asportazione sia per interventi estetici, comunque non potra' avvenire a breve: richiedera' ancora un periodo compreso fra 3 e 5 anni''. La coltivazione degli adipociti e' uno dei tanti capitoli del vasto programma di ricerca recentemente finanziato dal ministero della Salute con 20 milioni e proposto dal gruppo di Scuderi insieme all'Istituto di Istologia dell'universita' di Padova e dall'azienda specializzata in Ingegneria dei tessuti Fidia Advanced Biopolymers. Oltre alla messa a punto di tecniche per la coltivazione degli adipociti, il programma prevede la coltivazione dei bulbi piliferi, delle cellule del muscolo cardiaco, di pelle e cartilagine. Scuderi e' ottimista sugli sviluppi che queste tecniche potranno avere: ''sono sicuro - ha concluso - che il futuro non sara' il trapianto di cuore, ma il cuore coltivato in laboratorio a partire da cellule cardiache''. (ANSA)

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