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Gheddafi: a Bengasi la folla voleva uccidere il console italiano. Stampa
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venerdì, 03 marzo 2006
Libia: Roma ci risarcisca per il periodo coloniale .

 

Gheddafi: i libici odiano l'Italia
Gheddafi: i libici odiano l'Italia


Tripoli, 3 marzo 2006

I manifestanti libici tentarono di uccidere il console italiano e i suoi familiari quando, due settimane fa, diedero l'assalto al consolato italiano a Bengasi. Lo ha detto il leader libico Muammar Gheddafi.
  
Gheddafi ha inoltre avvertito che non sono da escludere ulteriori attacchi se il governo italiano si rifiuterà di risarcire la Libia per quello che l'Italia fece durante il periodo coloniale, quando furono uccisi migliaia di libici.

"I contestatori erano determinati a uccidere il console e la sua famiglia quando attaccarono il consolato italiano a Bengasi. Questi contestatori non presero di mira la Danimarca perché non hanno nessuna idea della Danimarca", ha detto Gheddafi.

"I libici odiano l'Italia, non la Danimarca. I libici cercano qualsiasi occasione per sfogare la loro rabbia contro l' Italia dal 1911, quando l'Italia occupò la Libia".

"La ragione di ciò è che l'Italia ha mancato di risarcire i libici per le loro sofferenze".

E' la prima volta che la Libia mette in relazione la manifestazione di Bengasi con il dominio coloniale italiano in Libia.

In precedenza, responsabili libici avevano detto che la protesta era stata originata dalla rabbia suscitata nel Paese dalle caricature del profeta Maometto, pubblicate dapprima - nel settembre scorso - da un quotidiano danese e successivamente da altri giornali europei.
 
Era stato detto da parte libica che tra le ragioni della protesta vi era anche la comparsa in televisione del ministro italiano per le riforme Roberto Calderoli, che, sbottonandosi la camicia, aveva fatto intravedere una maglietta con una delle vignette che avevano provocato reazioni infuriate nei Paesi islamici.
 
"Vogliamo trarre profitto dai buoni legami che abbiamo ora con l'Italia per vedere che l'Italia paghi risarcimenti. La ragione e' impedire un ripetersi della colonizzazione in futuro, perché nessuno sa come l'Italia potrà essere nei prossimi 50 o 100 anni".

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