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Benedetto XI :..la prima volta a Radio Vaticana. |
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venerdì, 03 marzo 2006 | |||||||
Papa/ il dialogo tra le culture può costruire la pace
"Auguro a tutti coloro che mi ascoltano - ha aggiunto - che possano sentirsi in questo grande dialogo della verità. E' importante che esista questa voce che si metta al servizio della pace e della riconciliazione nel mondo".
"Auguro - ha ripetuto - a tutti che mi ascoltano che possano sentirsi in questo grande dialogo della verità: nel mondo dei mezzi della comunicazione non mancano anche voci contrastanti ed è importante che esista questa voce che si metta al servizio della pace e della riconciliazione nel mondo". LA VISITA - Accolto davanti a Palazzo Pio dal direttore generale della Radio Vaticana padre Federico Lombardi, dal card. Roberto Tucci, già presidente del Cda, e dal preposito generale dei Gesuiti, padre Peter Hans Kolvenbach, il Papa ha subito raggiunto il quarto piano per visitare la Regia 3 e benedire la targa "Card. Karol Wojtyla" che ricorda un'intervista fatta al suo predecessore prima dell'elezione del '78: "La sua testimonianza di fede è passata anche attraverso questo strumento", ha commentato. Nella Redazione di "One-0-Five" ha poi avuto luogo l'intervista: "il suo essere Vescovo di Roma ci guida in questo servizio", ha esordito il capo redattore Luca Collodi, cui è toccato l'onore di intervistare in diretta il Papa. "Cerchiamo anche la gente comune, in particolare i giovani che andiamo a cercare per conoscere cosa vivono. Attraverso la diretta abbiamo avviato nuovo dialogo con i nostri ascoltatori", ha spiegato ancora il giornalista, offrendo al Papa l'opportunità di soffermarsi sulla funzione della Radio come mezzo di dalogo tra le culture. Il Papa è poi sceso al terzo piano, sostando davanti alla redazione etiope-eritrea e a quella di antologia cristiana, dove il giornalista Franco Bucarelli gli ha fatto dono del Cd con la biografia radiofonica del card. Ratzinger da lui realizzata in Germania, incontrando gli amici di gioventù. Il Pontefice lo ha ringraziato con una battuta: "Grazie, così anch'io conoscerò meglio me stesso". Poi, nella redazione francese il Papa ha concesso un suo autografo sul libretto della recente enciclica. Sceso al secondo piano, ha salutato i giornalisti della redazione tedesca guidati dal gesuita Von Gemminger, quelli del Servizio Informativo Centrale diretto da padre Arregui e quelli del Servizio Documentazione diretto da Pietro Cocco. Un breve momento di preghiera nella Cappella dell'Annunciazione, quindi una breve visita alla nuova redazione dei Programmi Musicali e l'arrivo nella Sala Marconi. "Quando il comunismo estese il suo dominio su diverse nazioni dell'Europa centrale e orientale e su altre parti della Terra, la Radio Vaticana moltiplicò i programmi e le lingue di trasmissione, per far sì che giungesse alle Comunità cristiane oppresse da regimi totalitari la testimonianza della vicinanza e della solidarietà del Papa e della Chiesa universale". Benedetto XVI ha così voluto ringraziare per questo i padri gesuiti e quanti lavorano con loro ai microfoni della Radio Vaticana. La cui missione, ha detto, "rimane sempre attuale, anche se con il tempo cambiano le circostanze e le modalità per attuarla". Grazie al Concilio Vaticano II, ha ricordato il Pontefice, "si prese ancor più consapevolezza dell'importanza che gli strumenti della comunicazione avrebbero avuto nella diffusione del messaggio evangelico in questa nostra epoca, e la Radio vaticana con validi e moderni mezzi tecnici prese a sviluppare una programmazione radiofonica sempre più ricca e articolata. Oggi, infine, grazie alle più avanzate tecnologie, in particolare satelliti e internet, voi siete in grado di produrre programmi in diverse lingue, che vengono ripresi e trasmessi da numerose emittenti in ogni continente, raggiungendo così un ancor più vasto bacino di ascoltatori". "In effetti - ha continuato il Pontefice - la Radio Vaticana non è più oggi una sola voce che si irradia da un unico punto, come avveniva dalla prima stazione marconiana. E' piuttosto un coro di voci, che risuona in più di quaranta lingue e può dialogare con culture e religioni diverse; un coro di voci, che percorre le vie dell'etere grazie alle onde elettromagnetiche e si diffonde capillarmente per rimanere inciso lungo i nodi e le maglie di quella rete telematica sempre più fitta che avvolge il pianeta" |
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