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TV e minori. Stampa
Scritto da Administrator   
giovedì, 09 marzo 2006

L'Europa si confronta sulla cattiva televisione e su un argomento destinato a diventare centrale in fase di ideazione dei nuovi programmi

Tv e minori, parlare il linguaggio dei ragazzi

Roberto Genovesi, vice responsabile di RaiSat Ragazzi e componente della commissione Tv Rai-Minori: "Dai 12 ai 16 anni i linguaggi dei ragazzi si intrecciano, si sviluppano, si fondono in funzione dei media che sono sempre piu' interattivi. La rete della comunicazione segue minuto dopo minuto la vita dell'adolescente"La tv pubblica ha dedicato nel 2005 1.660 ore di trasmissione ai ragazzi. L'idea e' quella di arrivare all'11%.

I dati li fornisce il direttore generale della Rai Alfredo Meocci al comitato italiano per l'applicazione del codice di autoregolamentazione tv e minori che ha promosso a Roma una riflessione aperta ai rappresentanti dei comitati europei che tutelano i minori. Per la prima volta Danimarca, Germania, Finlandia, Franca, Irlanda, Olanda, Norvegia, Spagna e Svezia ed un rappresentante della Commissione Europea si sono confrontati su un argomento sensibile destinato a diventare centrale in fase di ideazione dei nuovi programmi Tv dal momento che la fruizione e' su piattaforme tecnologiche diverse. Nel 2004 le emittenti televisive nazionali sono state monitorate per circa diecimila ore di programmazione e nello stesso anno sono stati conclusi 45 procedimenti sanzionatori, 24 dei quali sfociati in ordinanze-ingiunzioni. I risultati di un'indagine condotta su 3.000 ragazzi delle scuole medie romane, condotta dall'assessorato alle politiche dell'infanzia di Roma, ha evidenziato dati interessanti. Il 60% guarda la televisione senza avere al fianco la presenza di un adulto, il 30% di questi ragazzi soli davanti al piccolo schermo guarda programmi contrassegnati dal bollino rosso. Davanti alle immagini di violenza i bambini dimostrano di avere reazioni differenti: c'e' chi cambia canale, e sono i piu' sicuri, altri spengono la televisione, ma ci sono anche coloro che piangono e quelli che confessano di rimanere paralizzati dall'orrore.

Roberto Genovesi, vice responsabile di RaiSat Ragazzi e componente della commissione Tv Rai-Minori non ha dubbi: "Una televisione fatta bene per gli adulti e' una televisione che va bene anche per i minori".

Tutela dei bambini e Tv e' un argomento che sensibilizza le coscienze di tutti. I rimedi per arginare il proliferare delle immagini di violenza sono sul tavolo della progettualita' anche se come suggerisce Genovesi "non si devono chiudere i minori all'interno di un recinto. Anzi va utilizzato un liguaggio di rappresentazione dei fatti che sia riconosciuto e capito fino in fondo dai ragazzi". Il problema quindi non e' quello di evitare che certi argomenti non vengano messe in onda ma piuttosto aprire alla conoscenza chi e' piu' esposto ai messaggi mediatici. Il vice responsabile di RaiSat Ragazzi sottolinea la attenzione della Rai al problema Tv-minori: "In fondo e' stata la Rai ad inventare la televisione dei ragazzi". Il peso della responsabilita' del servizio pubblico su questo argomento non deve rappresentare una zavorra per la progettualita' dei nuovi prodotti destinati alla 'cross medialita''. Genovesi punta la sua riflessione sui nuovi linguaggi dei giovani: "la Tv non va pensata solo per i bambini ma anche per i ragazzi e quindi i nuovi prodotti dovrebbero essere 'multitarget'". Dai 12 ai 16 anni i linguaggi dei ragazzi si intrecciano, si sviluppano, si fondono in funzione dei media che sono sempre piu' interattivi. Dai videotelefoni (anche questa e' Tv) a Internet alla Tv on demand, ai videoblog, alle chat multimediali, la rete della comunicazione segue minuto dopo minuto la vita dell'adolescente. "Doveroso diventa rivolgersi a questa fascia di eta'. I vertici Rai sono concordi, con la commissione di cui faccio parte, nel lavorare in questa direzione. Se un programma e' ben fatto sara' sempre piu' difficile che il ragazzo cambi canale per seguire magari un truculento reality show su un altro canale". Pensare e parlare come i bambini e i ragazzi e' questa la soluzione non banale e altrettanto efficace per ripensare i format Tv. La strada anche dal punto di vista legislativo e' tracciata. Per il ministro Landolfi "bisogna fare di piu', anche se siamo sulla strada giusta e possiamo guardare al futuro e alle prossime sfide con fiducia perche' c'e' su questo temi una sensibilita' che prima non c'era". La televisione, ha aggiunto, "come tutte le tecnologie e' asettica per struttura. A renderla buona o cattiva e' l'utilizzo che se ne fa. E tanto piu' e' centrale la tutela dei minori oggi che la televisione ha raggiunto una dimensione e una diffusione che non si conosceva. La legge di riordino della tv ha capito l'importanza di questo tema dando rilievo al comitato per la tutela dei minori e oggi la dimensione della tutela e' piu' forte trovando rappresentanza nelle sedi deputate al controllo come nelle strutture periferiche. Esiste una sensibilita' nuova che va assecondata".


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