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Piero Fassino.. Stampa
Scritto da Administrator   
venerdì, 10 marzo 2006
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Fassino, dopo la bufera Unipol "domani è un altro giorno"

 

Il segretario dei Democratici di Sinistra Piero Fassino vive di politica da quando ha 15 anni. Ha una moglie attiva in politica, Anna Maria Serafini, deputata per lo stesso suo partito dal 1996 al 2001, e proviene da una famiglia di uomini rigorosamente di sinistra: il nonno materno fu uno dei fondatori del Partito Socialista e il padre fu un partigiano.

Nato a Torino il 7 ottobre 1949, Fassino studia all'Istituto Sociale, la scuola dei gesuiti di Torino. Si laurea in Scienze politiche e nel 1968 si iscrive alla federazione giovanile comunista torinese. Tre anni dopo ne diventa il segretario. Nel 1975 è eletto consigliere comunale di Torino, seggio che manterrà per dieci anni.

Dal 1985 al 1990 è consigliere provinciale. Nel partito Fassino ricopre la carica di segretario della federazione torinese dal 1983 al 1987, ma già dal 1983 viene eletto nella direzione nazionale del Pci.

Dal 1987 al 1991 fa parte della segreteria nazionale del partito comunista, prima come coordinatore e poi come responsabile dell'organizzazione. Vivrà in prima persona la delicata fase di trasformazione del Pci in partito democratico della Sinistra (Pds).

Dal 1991 al 1996 è segretario internazionale della nuova formazione politica. Dal 1994 diventa deputato e viene rieletto nel 1996. Due anni dopo riveste la carica di ministro del Commercio estero nel governo D'Alema. Lascerà questo incarico nell'aprile del 2000 per assumere quello di ministro di Grazia e Giustizia nell'esecutivo presieduto da Giuliano Amato.

Viene scelto quale vice del candidato premier per l'Ulivo Francesco Rutelli nelle elezioni del 2001 poi vinte dal centrodestra.

Nel gennaio di quest’anno il quotidiano ‘Il Giornale’ pubblica parte di intercettazioni relative a una telefonata tra Fassino e Giovanni Consorte, numero uno della Unipol coinvolto nello scandalo di Bancopoli. Una bufera di critiche si abbatte sul centrosinistra e soprattutto sul segretario Ds. Fassino però ottiene subito l'appoggio di Prodi e degli alleati, e soprattutto della base del partito, pronta a mettere la mano sul fuoco sulla sua onestà e le accuse del premier Berlusconi sui rapporti tra i‘comunisti’ e la ‘finanza rossa’ vengono presto archiviate. E Fassino, forse, già pensa a un futuro da ministro.

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