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Fausto Bertinotti... Stampa
Scritto da Administrator   
venerdì, 10 marzo 2006
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Bertinotti promette: nessuna rottura

 

 

Fausto Bertinotti, segretario di Rifondazione comunista, è stato definito da Berlusconi “il più tosto” degli avversari con cui si dovrà confrontare alle prossime elezioni.

Nato il 22 marzo 1940 a Sesto San Giovanni (Milano) da padre ferroviere e madre casalinga, Bertinotti consegue il diploma di perito industriale e poi si dedica all’attività sindacale.

Nel 1964 entra nella Cgil e diventa il segretario della locale Federazione italiana degli operai tessili (Fiot). Milita nel Partito socialista di Unità proletaria fino al 1972, anno in cui si iscrive al Partito comunista italiano schierandosi con la corrente di Pietro Ingrao. Nel 1975 si trasferisce a Torino dove per dieci anni sarà segretario regionale della Cgil. E’ il periodo delle proteste degli operai Fiat che culminano con l'occupazione per 35 giorni della fabbrica di Mirafiori (1980). Cinque anni dopo viene eletto segretario confederale della Cgil, in un periodo che lo stesso Bertinotti descrive come difficile, “con l’avvio della politica della concertazione, che sanciva la subalternità del sindacato al quadro politico”. Per il futuro segretario del Prc sono anni di dura opposizione all’interno della Cgil “in nome dell’autonomia del sindacato e del rapporto diretto con i lavoratori”.

Tre anni dopo lo scioglimento del Pci, nel 1994, Bertinotti lascia l'incarico nella Cgil e diventa segretario nazionale del Partito della Rifondazione comunista. Sempre nello stesso anno viene eletto deputato italiano ed europeo. Nelle elezioni politiche del 1996 fa un accordo di desistenza con il centro-sinistra e con la vittoria di Romano Prodi, Rifondazione entra così a far parte della maggioranza di governo. Ma i rapporti saranno sempre molto tesi finché nell'ottobre del 1998 Bertinotti, in disaccordo sulla legge finanziaria, provoca la crisi di governo. Per un solo voto Prodi perde la fiducia. Da questo momento in molti considerano il Prc un alleato poco affidabile per il centrosinistra.

Bertinotti è al fianco dei no global che protestano contro il summit dei G8, tenutosi a Genova nel 2001. Viene presto riconosciuto come uno dei leader dei disobbedienti e di questi nuovi movimenti di piazza. Al punto che per le prossime elezioni ha proposto la candidatura del disobbediente napoletano Francesco Caruso, che “non se la sente di condannare i Kamikaze” e che considera “Hamas è meglio di Mastella”. Nonostante le molte divergenze, Bertinotti promette comunque che non ci saranno fratture con gli alleati come nel 1998. E a chi insinua che, qualora vincesse il centro-sinistra, potrebbe diventare il presidente alla Camera, il segretario Prc risponde: “E’ presto per parlarne”.

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