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giovedì, 30 marzo 2006
«L'afghano in Italia da ieri»
Secondo fonti diplomatiche il suo arrivo era atteso solo nella serata di oggi. Il premier: «E' in un luogo segreto»
ROMA - Secondo fonti diplomatiche Abdul Rahman, l'afghano convertito al cristianesimo che rischiava la condanna a morte, è partito da Kabul ed è atteso in serata in Italia, dopo che il Consiglio dei ministri ha accolto all'unanimità la proposta del ministro degli Esteri Gianfranco Fini di concedergli l'asilo. Il premier Berlusconi ha invece dichiarato che Rahman sarebbe già in Italia da martedì sera, in segreto: «Attualmente è sotto le cure del ministero degli Interni». Il premier nel corso di una conferenza stampa a Palazzo Chigi ha aggiunto che sul luogo dove è alloggiato vi è «assoluto riserbo» e che sono state «messe in atto tutte le precauzioni del caso».
«MOLTO CONTENTO DI ESSERE IN ITALIA» - È «molto contento» di trovarsi in abdul_afghano.jpgItalia e «grato» a chi si è adoperato per la positiva soluzione della sua vicenda Abdul Rahman, l' afgano convertito giunto la scorsa notte nel nostro Paese. A chi è potuto stare con lui nelle ultime ore, Rahman, ha espresso gratitudine: e lo ha fatto, secondo quanto si è appreso, «mantenendo grande serenità». Sa di aver perso per sempre la sua famiglia, ma vive questo momento «con dignità, anche perchè sorretto da una forte fede cattolica».
CASTELLI
- Obiezioni sul tema (non sulla decisione) sono arrivate dal ministro della Giustizia, Roberto Castelli. A raccontarlo è, in una conferenza stampa a Palazzo Chigi, il ministro del Welfare, Roberto Maroni. «Castelli - dice Maroni - ha sottolineato che in Afghanistan il codice penale e la Costituzione sono stati scritti anche con l'aiuto di magistrati italiani. L'asilo non può essere una risposta sufficiente, perché l'Afghanistan non è un Paese in cui la legge islamica viene applicata senza alcun controllo. La democrazia è stata portata anche grazie all'occidente ed ora è singolare che in un Paese democratico si debba dare asilo politico per un convertito. Fini - continua Maroni - ha ribattuto che non è il caso di essere così pessimisti».
LA SOLUZIONE DEL CASO - Il caso è di fatto risolto: il parlamento afghano alla fine ha concesso ad Abdul Rahman di lasciare il paese. Rahman è stato scarcerato lunedì dopo l'interruzione del suo processo per apostasia, visto che all’uomo è stata riconosciuta l'infermità mentale. In Afghanistan si sono svolte numerose manifestazioni in favore della sua condanna a morte. «Abbiamo inviato una lettera e lanciato un appello al ministero dell’Interno chidendo di non permettere ad Abdul Rahman di lasciare il paese», ha detto il presidente del parlamento Yunus Qanooni.
All'uomo è arrivata anche un'offerta d'asilo dalla Germania. «Se Rahman vuole venire in Germania, sarà accolto calorosamente», ha assicurato il primo ministro della Saarland, Peter Mueller, in un'intervista a «Die Welt». Dal governo di Angela Merkel non è però arrivata ancora un'offerta formale. Rahman dopo la conversione ha vissuto per molti anni in Germania.
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