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Scritto da Administrator   
lunedì, 08 maggio 2006

Derma ed epidermide innestati su 13 pazienti con gravi lesioni
Interventi presso la cattedra di Chirurgia plastica della Sapienza
Pelle nuova creata in laboratorio
primo impianto al mondo in Italia

E la ricostruzione della mammella senza ricorrere alla protesi
potrebbe diventare possibile con la coltivazione di cellule grasse


ROMA - Tredici persone con una pelle 'nuova' tutta rigorosamente 'made in Italy'. Per la prima volta al mondo ricercatori italiani hanno applicato pelle artificiale, cioè completa di strato superficiale e profondo. Derma ed epidermide sono stati innestati a bambini affetti da nevo gigante. Ma anche a pazienti che avevano subito ferite traumatiche, brutte cicatrici diventate un 'incubo' da nascondere e anche per curare un caso di angiolipoma gigante, una neoplasia.

Questo è stato possibile ricostruendo la pelle in laboratorio utilizzando tre diversi tipi di cellule staminali prelevate dai pazienti. Gli interventi sono stati eseguiti a Roma, presso la cattedra di Chirurgia plastica dell'università La Sapienza diretta da Nicolò Scuderi.pelle.jpg Lo ha reso noto oggi a Roma lo stesso direttore intervenendo al primo congresso nazionale Corte (Conferenza italiana per lo studio e la ricerca sulle ulcere, piaghe, ferite e la riparazione tessutale) che riunisce 34 società scientifiche e inoltre associazioni di pazienti e infermieri.

"Le cellule staminali adulte - ha detto Scuderi - si utilizzano da quasi trent'anni in chirurgia plastica ma soltanto adesso, dopo tanti tentativi, si è finalmente riusciti a ricostruire la pelle intesa come intero organo", comprensivo cioè di derma ed epidermide. Finora in laboratorio era stato coltivato soltanto lo strato più esterno della pelle, l'epidermide, e soltanto recentemente alcuni gruppi di ricercatori nel mondo sono riusciti a ricostruire tutti gli strati, "ma finora nessuno ne ha mai descritto l'impiego clinico", ha detto Scuderi.

Avere a disposizione l'intera pelle permette di riparare lesioni molto gravi e profonde, come quelle dovute all'asportazione di nevi congeniti, che spesso occupano vaste porzioni di pelle, come l'intera schiena. Da nevi di questo tipo erano affette 7 delle 13 persone che hanno ricevuto il nuovo lembo di pelle sana. Sono tutti bambini, dai 3 ai 14 anni, nei quali la presenza del nevo è legata al rischio di sviluppare tumori maligni della pelle.

Delle altre 6 persone che hanno ricevuto l'impianto, due avevano ferite da trauma alle gambe, tre gravi cicatrici e una un tumore ai vasi sanguigni. Tutti gli interventi sono stati eseguiti dal gruppo dell'università 'La Sapienza' in collaborazione con l'azienda specializzata in ingegneria dei tessuti Fidia Advanced Biopolymers. "In genere - spiega Scuderi - facciamo lembi di 8cm per 8, ma potremmo creare anche interi metri quadri di cute"

Il primo intervento risale a circa due anni fa, l'ultimo alla settimana scorsa, "mentre altri tre casi - spiega Scuderi - sono in trattamento". E il futuro guarda "alla vascolarizzazione delle parti applicate", ma anche alla creazione "di bulbi piliferi". Non solo. Scuderi annuncia un progetto di ricerca di ben 20 milioni di euro che dovrebbe ottenere i fondi ministeriali in programma per il 2005.

Il progetto prevede la coltivazione di diversi gruppi di cellule, tra le quali le cellule grasse che potrebbero, ad esempio, consentire la ricostruzione "delle parti grasse della mammella, senza dover far ricorso alla protesi". Una possibilità che potrebbe essere sfruttata anche nella chirurgia plastica, ma soprattutto in favore delle donne che sono state sottoposte a quadrantectomia.

E in programma c'è anche la coltivazione delle cellule del muscolo cardiaco: "Sono sicuro - ha concluso Scuderi - che il futuro non sarà il trapianto di cuore, ma il cuore coltivato in laboratorio a partire da cellule cardiache".
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