L'Italia deve dotarsi al più presto di una sistema di accoglienza per i turisti cinesi, sia dal lato della burocrazia (il problema dei visti), sia per quanto riguarda il soggiorno vero e proprio (segnaletica e guida in cinese, una ristorazione rispettosa dei loro gusti): sono alcuni dei problemi che il vicepremier e ministro dei Beni e delle Attività culturali, con delega al turismo, Francesco Rutelli intende risolvere al più presto per favorire l'arrivo dei turisti cinesi, in Italia. Cinesi ma anche indiani: ''nel 2005 - spiega Rutelli - hanno viaggiato oltre 35 milioni di cinesi, di un segmento alto, ma di questi troppo pochi sono quelli venuti in Italia''. Il vicepremier Rutelli spiega che, proprio per questo, intende scrivere ''ad un vecchio amico'', Wang Jauy, responsabile esteri del partito comunista cinese, per concordare un'iniziativa su alcuni punti dolenti che riguardano il turismo cinese in Italia. Tra le altre necessità rilevate dal ministro c'è anche il problema della scarsità di collegamenti aerei: ''Non si può pensare che i cinesi - aggunge il vicepremier - si fermino prima a Francoforte o a Parigi perché, quando arrivano in Italia, hanno finito i soldi''. ''La Cina -continua - non è solo un problema per la concorrenza sleale, ma una notevole opportunità se sappiamo coglierla''. A proposito dell'India, Rutelli dice che il ministro della cultura indiano gli ha chiesto ''di fare in Italia un festival di cinema indiano''. Il ministro dei Beni culturali ha quindi ricordato le ''pluralita' di opportunità '' che ha il Paese, come ''il turismo congressuale e fieristico'', un settore che ''ha bisogno di non essere sopraffatto dalla concorrenza straniera che beneficia di un livello piu' basso dell'Iva''. Ma ha preferito ''non fare promesse per il settore alberghiero'', sulla fiscalità di vantaggio limitandosi ad una assicurazione: ''ci lavoreremo''. Infine, a chi gli chiedeva se intende promuovere iniziative sul turismo “golfistico”, Rutelli, ''da giocatore poco esperto'', spiega che anche questo è un settore sul quale lavorare ''sfatando due miti: che sia uno sport per ricchi, perché in realtà in altri paesi è uno sport popolare - conclude - e che sia uno sport che devasta l'ambiente''. Un ruolo particolare lo potrà avere, poi, il portale Italia.it per il quale , nel corso della riunione con gli assessori regionali sono stati definiti i criteri per l'assegnazione dei fondi e che servirà a dare un'immagine unitaria del Paese. |