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Scritto da Administrator   
giovedì, 15 giugno 2006

Spazio,Pamela a caccia antimateria

Lanciato strumento scientifico italiano

E' partita con successo, con il lancio dello strumento scientifico italiano Pamela, la missione spaziale italo-russa. Il lancio è avvenuto, come previsto, questa mattina dalla base russa di Baikonur, nel Kazakhstan. Pamela è un satellite italiano che raccoglierà dati per studiare fenomeni ancora misteriosi come l'antimateria e la materia oscura.Pamela, una sigla che sta ad indicare satellite.jpgil Payload for Antimatter Matter Exploration and Light-nuclei Astrophysics, è stato lanciato in orbita alle 11,00 ora locale, le 6,00 ora italiana. E rimarrà nello spazio per almeno tre anni, su un'orbita ellittica quasi polare tra 300 e 600 chilometri d'altezza. La missione è frutto di una collaborazione tra l'Agenzia Spaziale e Istituti di ricerca russi e l'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare, con la partecipazione dell'Agenzia Spaziale Italiana e il contributo delle agenzie spaziali e università tedesche e svedesi.

"L'antimateria e la materia oscura - spiegano Asi e Infn - sono tra le questioni più controverse e affascinanti che la fisica moderna si trova ad affrontare: oggi sappiamo che l'universo è costituito soltanto per il 5% dalla materia a noi più familiare, quella fatta di protoni, neutroni ed elettroni. Si calcola invece che il 70% di ciò che esiste nel cosmo sia costituito da una sostanza invisibile e omogenea chiamata "energia oscura". L'ultimo 25% sarebbe invece formato da materia oscura, cioé da particelle molto diverse dalla materia ordinaria, non aggregate in corpi celesti, e in parte ancora sconosciute".

L'antimateria è invece rarissima nel nostro universo, ma secondo le teorie più accreditate, dopo il Big Bang si sarebbe formata in quantità uguale alla materia. Materia e antimateria si sarebbero poi quasi immediatamente annientate vicendevolmente in un lampo di energia. Da questo processo sorprendentemente "avanzo" una comunicazioni_2.jpgpiccolissima percentuale di materia, quella che oggi forma le stelle, i pianeti, noi stessi e tutto ciò che conosciamo. Pamela cercherà quindi di scoprire perché, se in origine materia e antimateria erano in quantità uguali avanzò solo un po' della prima e quale è la differenza fra le due. Il metodo con cui procederà sarà basato sullo studio dei raggi cosmici: particelle energetiche di diversa natura che giungono dallo spazio, fornendo importanti informazioni sulla sorgente cosmica che li ha emessi e sul cosmo in generale. In particolare, Pamela misurerà il flusso, l'energia e le caratteristiche di raggi cosmici di origine galattica, interplanetaria e solare, con una precisione mai ottenuta prima.

Lo strumento pesa quasi 500 kg, ha le dimensioni di un parallelepipedo alto 1,3 metri, con una base quadrata di 75 centimetri di lato. E' composto da un grande magnete corredato da un notevole numero di rivelatori che permettono di riconoscere le particelle che compongono i raggi cosmici, tracciarne la traiettoria e misurarne l'energia. Poi, sofisticati dispositivi elettronici permettono la lettura dei dati ottenuti. Grazie a queste avanzatissime apparecchiature, i ricercatori potranno realizzare per la prima volta osservazioni di lungo periodo senza il disturbo dell'atmosfera con la quale i raggi cosmici interagiscono. Finora, dati di questo tipo sono stati raccolti da strumenti posti su palloni stratosferici, e una volta anche sullo Space Shuttle, ma sempre per breve tempo.

Per Piergiorgio Picozza, direttore della sezione Infn dell'Università di Roma Tor Vergata, che ha coordinato il lavoro delle sezioni Infn di Firenze, Napoli, Roma Tor Vergata, Trieste, Bari, dei Laboratori Nazionali di Frascati e della collaborazione internazionale, "Il lancio di Pamela rappresenta un momento di grande emozione per tutta la collaborazione, il coronamento di anni di studi portati avanti in gran parte da giovani ricercatori. Pamela al momento è lo strumento più sviluppato in questo settore dell'astrofisica".

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