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lunedì, 25 settembre 2006

MEDICINA/ IDENTIFICATA PROTEINA CHE AGGRAVA IL DANNO ISCHEMICO

Apre strada a farmaci anti-ictus e se "spenta" ne limita danni

 

Roma, 25 set. - Si apre una nuova speranza terapeutica per chi ha subito un danno cerebrale conseguente ad un ictus, un evento che, secondo le statistiche, colpisce, in Italia, circa 200 mila persone l'anno: una persona ogni tre minuti. E' stato, infatti, identificato un nuovo recettore per molecole pro-infiammatorie, quelle molecole presenti in notevoli quantità negli organi che, tipicamente, vanno incontro ad ischemia, come il cervello, il cuore e il rene. Si tratta di un recettore dualistico, cioè in grado di rispondere a più di uno stimolo pro-infiammatorio, già noto come recettore orfano GPR17, che sembra avere un ruolo nella progressione del danno ischemico cerebrale. pillole.jpg

La scoperta, pubblicata su uno dei giornali del gruppo Nature, The Embo Journal, è stata fatta da un gruppo di ricercatori coordinato da Maria Pia Abbracchio del Dipartimento di scienze farmacologiche dell'Università degli Studi di Milano in collaborazione con i ricercatori dell'Istituto di neuroscienze (In) del Cnr di Milano, delle Università di Pisa e Urbino e del Centro Cardiologico Monzino-Istituto di Ricovero e Cura a carattere scientifico.

"La scoperta di questo recettore - osservano le coautrici della ricerca, Claudia Verderio e Patrizia Rosa, In-Cnr - traccia una promettente via di intervento terapeutico. Tre gli aspetti che rendono questa scoperta concreta. Innanzitutto, GPR17 ha effetti protettivi anche dopo l'insorgenza dell'ictus. E' noto, infatti, che il tempo intercorso tra l'insorgenza dell'evento ischemico e la diagnosi-terapia è critico per il paziente colpito da ictus e nessun farmaco oggi disponibile è in grado di bloccare in modo efficace la progressione del danno cerebrale, una volta insorto".

Inoltre, poichè la struttura dei bloccanti attivi su GPR17 è già parzialmente nota, questa scoperta apre la strada alla progettazione di farmaci anti-ictus cosiddetti "dualistici". Uno dei farmaci impiegati nello studio, infatti, è già in fase di sperimentazione clinica avanzata come farmaco antitrombotico.

"La presenza di GPR17 nel cuore - aggiungono le due ricercatrici - rende questo recettore un bersaglio farmacologico di interesse anche nella cura dell'infarto del miocardio, con buone prospettive per la cardioprotezione".

La ricerca ha seguito diversi fasi: dopo aver clonato GPR17 da cervello ed evidenziato la sua natura dualistica, i ricercatori ne hanno studiato la presenza all'interno del staminali_1.jpgtessuto cerebrale, identificandolo in modo specifico sui neuroni. Successivamente hanno indotto ictus cerebrale nel roditore e correlato l'entità del danno ischemico con la presenza del recettore nella zona dell'infarto cerebrale, dimostrando che sui neuroni che vanno incontro alla morte c'è una maggiore quantità di questa proteina. I ricercatori hanno poi constatato che, bloccando l'azione di questo recettore con dei farmaci o "spegnendolo" con metodiche biotecnologiche, si riesce a proteggere gli animali dal danno ischemico.

Questi risultati stanno ad indicare che GPR17 rappresenta un bersaglio comune attraverso il quale nucleotidi uridinici e cisteinil-leucotrieni (stimolano processo pro-infiammatorio) inducono la morte delle cellule cerebrali dopo l'ictus. Lo sfruttamento di questa scoperta è stata coperta da un brevetto dell'Università degli Studi di Milano che ne detiene l'80%, in cotitolarietà con l'Università di Pisa (10%) e il CNR (10%).

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