Home arrow Articoli arrow Viaggi arrow BUDAPEST, LA PERLA DEL DANUBIO
animation.gif
BUDAPEST, LA PERLA DEL DANUBIO Stampa
Scritto da Debora D'Angiolillo   
mercoledì, 18 gennaio 2006

Budapest è affascinante per la sua diversità architettonica e le influenze che hanno modellato la sua identità magiara nel corso dei secoli, dall'occupazione turca all'impronta austro-ungarica. La capitale dell'Ungheria combina in modo ideale i piaceri dell'arte, i sapori della gastronomia e il rituale del bagno, vera e propria filosofia del benessere. . Quel che colpisce subito è il contrasto geografico fra le due sponde. Da una parte c'è Buda, abbarbicata aristocraticamente sulla collina, con la chiesa Mátyás e il palazzo reale; dall'altra c'è Pest, piatta come la grande pianura ungherese, con i suoi ampi viali affacendati fiancheggiati da edifici grandiosi e caffè letterari. In mezzo scorrono le acque brune del Danubio, scavalcato da numerosi ponti metallici. Teatrale come un retablo  barocco, affascinante come un palazzo delle mille e una notte, Budapest attrae immediatamente l'attenzione  e promette momenti d'incantevole rapimento.
 
Sul cammino verso l'albergo, riconosco successivamente il Ponte delle Catene (Lánchíd) custodito dal 1849 dai suoi maestosi leoni di pietra, l'immenso Parlamento neogotico (copia di Westminster), il palazzo Gresham (capolavoro della Secessione*, oggi albergo di lusso della catena Four Season), l'isola Margherita (Margit-sziget, luogo di ritiro mistico nel Medioevo diventato un parco dedicato alle gioie del fitness). E quando cala la notte, tutta la città e i suoi principali monumenti s'illuminano e confermano il carattere ammaliante della   perla del Danubio...
Buda
Várnegyed, il quartiere del castello
 
Eccomi a Buda, sulla montagna del castello (Várhegy), a circa cinquanta metri sopra il Danubio. Il quartiere del castello, luogo molto turistico di Budapest, è comunque ricco di fascino e concentra su una piccola superficie il palazzo reale, alcune chiese, dei musei e un gran numero di case barocche decorate con medaglioni e angioletti sulle facciate e pozzi nascosti nei cortili. C'è tanto da vedere, di che riempire una giornata, senza dimenticare di fare una sosta alla pasticceria Ruszwurm (vedi il nostro articolo nei
piatti di Budapest).
 

Image

Il palazzo reale (Budavári palota)
 
Dunque, tutto o quasi, comincia su questo piccolo altopiano cinto da bastioni nel XIII secolo, quando Bela IV costruisce una fortezza per resistere alle invasioni mongole. Verso il 1400, l'imperatore Sigismondo edifica in questo luogo un castello gotico, che sarà trasformato e imbellito nel 1458 sotto il regno illuminato di Mattia Corvino, brillante sovrano letterato e umanista. Distrutto poi ricostruito, questo castello diventato palazzo reale (Budavári palota) viene continuamente rimaneggiato dai suoi successori, e in particolare dagli Asburgo, fino a diventare una mescolanza di stili e di forme. Colpito in pieno durante l'assedio di Budapest nel 1944-1945, è stato restaurato secondo i piani del palazzo del 1905.
 


Image

Il cancello d'ingresso in ferro forgiato (Várpalota kapuja), decorato di motivi floreali e del monogramma di Francesco Giuseppe, è un capolavoro di delicatezza firmato Gyula Jungfer. Sul pilastro di sinistra si erge un enorme rapace di bronzo con le ali spiegate e il becco affilato che minaccia Pesta: è il Turul, l'uccello totem dei magiari pagani. Un altro pezzo di bravura: la fontana monumentale in bronzo del re Mattia, opera dello scultore Alajos Stróbl (1904), presenta il monarca in una scena di caccia e di amore, accanto alla bella Elena, figlia di cacciatore, di cui si innamorò.
 
All'interno del palazzo, ti aspettano diversi musei, fra i quali il Museo di Storia di Budapest (Budapesti Történeti Múzeum) e soprattutto la Galleria nazionale ungherese (Nemzeti Galéria). Ho privilegiato quest'ultima per far conoscenza con la storia della pittura ungherese che incomincia con una magnifica serie di retabli gotici. Nel XIX secolo, i pittori ungheresi   scoprono le gioie del realismo (illustrato dal grande Mihály Munkácsy) e quelle della natura, come in Francia,  in una vena però che rimanda più all'ispirazione creativa della scuola di Barbizon che a quella dell'Impressionnismo. Ma la grande scoperta di questo museo resta quella del pittore autodidatta Csontváry, un ex farmacista la cui opera dai colori psichedelici colpisce lo sguardo.
Il quartiere del castello
 
Bianca, immacolata, la chiesa Mátyás (Mátyás Templom) può sconcertare per il suo partito preso neogotico spinto all'estremo. Eppure, si tratta di un altro luogo emblematico della storia dell'Ungheria in cui Francesco Giuseppe I e Sissi furono incoronati sovrani con  una messa scritta e diretta da Franz Liszt come sottofondo musicale. I puristi vedranno in questa chiesa nient'altro che pastiche e kitsch. Tuttavia, le vetrate e gli affreschi dei due decoratori, Bertalan Székely e Károly Lotz, combinano felicemente il Liberty, le tradizioni popolari ungheresi e le influenze orientali, in un gesto creativo che rivendica senza complessi l'originalità del gusto ungherese.

 


Image

All'uscita, gli innamorati e gli amatori di  panorama si danno tutti appuntamento sul Bastione dei pescatori (Halászbástya), dominato da sette torrette che rappresentano le sette tribù magiare. Fu costruito per celebrare i mille anni dell'Ungheria nel 1896, come tanti altri edifici di Budapest. Da questa fortezza neoromanica fiabesca si gode un bellissimo panorama sul Danubio e su Pest.
 
Tutto il resto del quartiere merita una passeggiata approfondita attraverso le vie Táncsisc Mihály, Tárnok, Országház, Úri e Fortuna che presentano facciate barocche, elementi gotici (come le nicchie a sedile situate sotto i portici e destinate al riposo dei cocchieri) e begli intonaci ocra o verdi restaturati da poco.

 
Dal lato di Pest
Cambiamento radicale di scenario! Ecco Pest, con i suoi grandi viali come Andrássy ut (gli Champs-Élysées di Budapest), il suo florilegio di architettura eclettica, numerosi monumenti pomposi e i caffè, alcuni dei quali furono la gloria intellettuale e artistica della capitale all'inizio del XX secolo.
 
Place Vörösmarty e rue Váci
 
Situata in pieno cuore del quartiere pedonale, la piazza Vörösmarty è un luogo imperdibile della città di Pest dove si passa e si ripassa, come i suoi abitanti che vanno e vengono con le braccia cariche di pacchetti. In fondo, il negozio di abbigliamento Luxus, situato in un palazzo del 1911 costruito dagli architetti Kálman Giergl e Flóris Korb, è una curiosità: riferimento assoluto della moda di lusso sotto il socialismo, oggi il negozio sta andando in rovina a poco a poco, conseguenza delle marche mondializzate. Di fronte, la sala da tè Gerbeaud incarna da più di un secolo l'eccellenza della pasticceria d'Europa Centrale (vedi il nostro articolo
Nei paitti di Budapest) di cui alcuni prodotti, incredibile ma vero, sono esportati a... Palermo.
La via Váci è un'arteria pedonale molto commerciale. Basta sollevare lo sguardo ed esplorare le vie circostanti (come quelle di Párizsi, Haris köz e Kígyó) per far bottino di palazzi Liberty (fra i quali un esempio raro di Jugendstil di Bruxelles), di facciate di ceramica e persino di un negozio tutto decorato in legno di noce (via Petőfi Sándor 20). Lì vicino, da Rózsavölgyi és Társa, i musicisti faranno scorta di spartiti classici in bellissime edizioni a prezzi modici, pubblicazioni che fanno onore alla città di Béla Bartók, Zoltán Kodály e Franz Liszt !
 
Alla fine della via Váci si scorge un edificio monumentale, tutto di mattoni rossi, sovrastato da torri neogotiche, con il tetto coperto di maiolica, qualcosa come una stazione gigante, tipica dell'architettura industriale del XIX secolo. In realtà, si tratta del mercato coperto centrale (Vásárcsarnok) dell'architetto Samu Petz, il cui interno è costituito da una vasta navata metallica sotto la quale prosperano innumerevoli bancarelle di frutta, verdura e salumi (
vedi il nostro articolo). Da non mancare!


Image


 

Andrássy ut, gli Champs-Élysées di Budapest


Questo viale rettilineo lungo 2,5 km, ispirato all'urbanistica haussmaniana parigina, conobbe il suo apogeo ai tempi della doppia monarchia austro-ungarica. Dalla caduta del comunismo, le palazzine e i palazzi eclettici hanno ritrovato il loro splendore. Il palazzo dell'Opera nazionale (Magyar Állami Operaház),  con il suo portico in aggetto fino al viale Andrássy,  è il capolavoro di Miklós Ybl che si distingue da tutte le altre realizzazioni del Millenario. La decorazione interna è una meraviglia, specialmente la scala d'onore in marmo a doppia rampa e il soffitto a cassettoni decorati con soggetti mitologici.
 
Più in là, il viale taglia Nagymező utca, soprannominato, all'inizio del XX secolo, la Broadway di Pest con i suoi innumerevoli cabaret e l'atmosfera festante degna di quella di Vienna. Tuttora, alcuni teatri come il Thália e il Teatro dell'Operetta mantengono in vita la tradizione.
 
Andrássy út si apre in seguito su due piazze: da un lato Jókai tér, con la statua dello scrittore romantico Mór Jókai, e dall'altro Liszt Ferenc tér dove si allineano, in questo quartiere giovane e animato, bar e ristoranti trendy, come Menza (vedi il nostro articolo Nei piatti di Budapest).
 
L'Accademia di musica Franz Liszt (Liszt Ferenc Zeneakadémia), costruita tra il 1904 e il 1907 da Kálmán Giergl e Flóris Korb, vale la visita soprattutto per la decorazione degli interni in stile Secessione rimasta intatta. Attualmente, sulla programmazione delle due sale di concerto da 1200 e 400 posti regna il brillantissimo pianista e direttore d'orchestra Zoltán Kocsis.
 
 


Image

La Piazza degli Eroi ( Hősök Tere)
 
Questa piazza monumentale, dovuta all'architetto Albert Schickedanz, non manca di prestanza, con ai lati due musei ispirati dai templi greci. Al centro s'innalza il Monumento Millenario, che commemora i mille anni della conquista magiara: sul pilastro alto 36 m troneggia una statua dell'Arcangelo Gabriele, in piedi su un globo, nell'atto di consegnare la corona d'Ungheria e la croce apostolica al re. Sul piedistallo, un imponente gruppo scultoreo composto da sette gagliardi con baffi da vichinghi rappresenta il principe Magyar Árpád che conduce alla vittoria le sette tribù mitiche. Dietro, il colonnato, decorato in alto di allegorie scolpite, ospita le statue delle grandi glorie dell'Ungheria, da santo Stefano a Lajos Kossuth, eroe della rivoluzione del 1848-1849. Il 16 giugno 1989, la Piazza degli Eroi fu teatro di una celebrazione commemorativa di Imre Nagy e dei suoi compagni, giustiziati nel 1958 dopo l'intervento sovietico.
Il Museo di Belle Arti (Szépművészeti Múzeum)
 
Dei due musei che si ergono sulla piazza, abbiamo privilegiato quello di Belle Arti. Questo  colossale edificio neoclassico, edificato anch'esso nell'ambito dei festeggiamenti del Millenario, ospita tesori d'arte europea, come le collezioni acquisite nel XIX secolo del principe Esterházy e dell'arcivescovo ungherese Pyrker, che fu patriarca di Venezia. La pittura italiana è molto ben rappresentata, con esempi delle scuole di Venezia, di Firenze e di Urbino, dal primo Rinascimento al barocco. Ma è la scuola spagnola che incarna al meglio il talento del principe Esterházy e di un altro collezionista, Marcell Nemes, due uomini che si  interessarono al Greco, a Vélasquez, a Zurbaran e a Goya quando questi pittori non valevano ancora niente nel mercato dell'arte! Dall'apertura nel 2003 della mostra "Monet e i suoi amici ", che ha attirato più di 300.000 visitatori, gli abitanti di Budapest vanno matti per le mostre temporanee e aspettano con impazienza la prossima dedicata all'arte spagnola, che apre in gennaio.

Image


 

I bagni Széchenyi
 
I bagni Széchenyi (Széchenyi Gyógyfürdő), i più frequentati della capitale, sono situati a cinque minuti a piedi dal Museo di Belle Arti! Costruito nel primo decennio del XX secolo per sfruttare una sorgenta a 75°C, la più calda di Budapest, questo palazzo neobarocco risplendente sotto la sua veste giallo senape è una meraviglia dedicata all'arte del bagno. Questo rituale, che combina igiene e rilassamento, si pratica tra i bagni termali interni, la grande piscina aperta a 27°C, lunga 50 m, e le altre due vasche semicircolari riscaldate a 34 e 38°C, con i loro famosi giocatori di scacchi. L'inverno, quando si alzano dalla superficie delle acque calde nubi di bruma, è la stagione migliore per godersi questa anticamera del paradiso...
 
* Nome dato al Liberty ungherese


Renseignements pratiques
Office du Tourisme de Hongrie
140, Avenue Victor Hugo
75116 PARIS.
Tél. : +33 (0)1.53.70.67.17. Fax: +33 (0)1.47.04.83.57.
www.hongrietourisme.com
 
Malev
Compagnie aérienne hongroise
www.malev.hu/FRX/FRX/
 
Burghotel
H-1014 Budapest
Szentháromság tér 7.
Tél. : +36 1 212 0269. Fax : +36 1 212 3970
www.burghotelbudapest.com/.
Idéalement situé sur la colline de Buda face à l'église Mátyás. Chambres spacieuses et bien tenues.
 




TURISMO E GASTRONOMIA NEI PIATTI DI BUDAPEST

Selvaggina, oche, anatre e deliziosi dolciumi compongono l'alimentazione abituale di un soggiorno goloso a Budapest. Per gustarli al meglio, ti presentiamo una selezione di ristoranti molto diversi fra loro e due sale da tè.

La cucina ungherese è il risultato di una fusione avvenuta nel corso di diversi secoli, le cui radici affondano nelle abitudini nomadi dei Magiari. Nei piatti si sono mescolate in seguito le influenze culinarie dei Turchi e quelle dell'impero austro-ungarico. Introdotta sin dal XVIII secolo, la paprika, una finissima polvere attenuta a partire da peperoncini  rossi, ha letteralmente colonizzato la cucina ungherese all'inizio del XX secolo, grazie allo sviluppo di varietà meno piccanti. Ma oggi è finita la sua egemonia; come del resto quella dello strutto che è stato progressivamente sostituito dagli oli vegetali, o addirittura, nel ristorante Gundel, dal vapore...
 
Tutti gli chef cercano di ritrovare la storia della cucina ungherese e puntano sul miglioramento continuo delle materie prime locali, beneficiando nel contempo (soprattutto per il pesce) dei benefici dell'importazione. Parallelamente, un anno dopo l'adesione all'Unione europea, essi aspirano a rivaleggiare con gli standard  internazionali. Insomma, se sei un buongustaio, può aspettarti delle vere scoperte, soprattutto se ti piacciono la selvaggina e i dolci. E poi, potrai andare ai bagni termali per espiare qualche eccesso di gola...

Gundel: classicismo e raffinatezza

Ecco semplicemente il ristorante più rinomato di Budapest e uno dei più raffinati d'Europa centrale. Da Nijinsky a Charlie Chaplin a Sir Georg Solti, i maggiori protagonisti di questo mondo sono venuti un giorno in questo ristorante situato a due passi dal Museo di Belle-Arti, nel quartiere elegante di Városliget.
 
È nel 1910 che Károly Gundel prende in mano le redini di questo ristorante che porta il suo nome. Cuoco, rinnovatore e storico della cucina ungherse, l'uomo riunisce pazientemente le ricette tradizionali e spolvera il patrimonio culinario, adattandolo in particolare alle regole francesi. L'epoca d'oro di questo ristorante, diventato luogo importante d'incontri della società mitteleuropea,  è inseparabile da quello della capitale ungherese dell'inizio del XX secolo che trionfa in tutte le arti e particolarmente nella musica, con Béla Bartók e Zoltán Kodály.
 

Dopo gli anni bui della gestione statale, il ristorante rinasce dalle ceneri nel 1992 quando Ronald S. Lauder, il figlio di Ester Lauder, figura emblematica del mondo dei cosmetici e figlia di immigrati ebrei ungheresi, lo riacquista con George Lang,  storico e consulente gastronomico, specialista dei sapori dell'Europa centrale e lui stesso immigrato. Occorrerà un anno di lavori  per ridare al Gundel il suo antico splendore. Un alto soffitto, stucchi, legno prezioso e materiali nobili fanno di questa sala un modello di eleganza. Alle pareti sono appesi dipinti originali fra i quali dei capolavori firmati József Rippl-Rónai e Mihály Munkácsy.

Ad accoglierci, ecco il direttore  Kálmán Kozma e lo chef Kálmán Kalla, dai modi squisiti che evocano una raffinatezza  ottocentesca. Dello chef  Kálmán Kalla, vera e propria star ungherese della gastronomia dagli stupendi baffi magiari, si può proprio dire che è il discendente di Gundel. Come il padre fondatore, aggiorna le ricette tradizionali ungheresi e le ricette classiche di Gundel per elevare la cucina ungherese a livello internazionale. La paprika e lo strutto sono ormai impiegati con parsimonia o sostituiti da prodotti leggeri come l'olio vegetale.
 
Un vento di nouvelle cuisine soffia sui fornelli del Gundel, anche se il malizioso Paul Bocuse consigliò allo chef di parlare di " cucina del mercato "... di conseguenza, il lucioperca alla Gundel, ad esempio, ha subito una trasformazione radicale: un tempo era impanato, accompagnato da funghi saltati, spinaci brasati e da una salsa Mornay, il tutto gratinato; oggi, il pangrattato e il gratin sono scomparsi, sostituiti da una salsa al vino bianco più leggera e zucchine al vapore. Per fortuna, le deliziose polpettine di pasta ungherese tradizionali (galuska), il cavolo (macerato o fresco), la cipolla e il peperone all'aceto continuano ad accompagnare molti piatti.

Image

Suprême di pollo alla paprika e alla panna acida, serviti con le tradizionali galuska.

In questa stagione, la carta privilegia la selvaggina (dal capriolo al muflone, al cinghiale e al cervo), molto abbondante in Ungheria, ma anche l'eccellente manzo grigio, il maiale mangalica (nutrito con ghiande), il vitello e il coniglio. Come in tutta la gastronomia ungherese, l'oca e l'anatra (e i rispettivi fegati) arrostiti, affumicati, profumati al tokay, sono onnipresenti sulla tavola del Gundel. Come primo, il trio di minestre dello chef Kalla - una minestra di zucca con dadini di fegato grasso e trucioli di tartufo, un goulasch e un consommé ai funghi farciti con carne di capriolo - costituisce un eccellente punto di partenza, leggero e caldo. Abbiamo continuato con un suprême di pollo alla paprika e panna acida, una ricetta classica reinterpretata in chiave infinitamente più leggera. Per il dessert, abbiamo gustato una deliziosa torta al cioccolato ai lamponi e le famose crêpes alla Gundel (Gundel Palacsinta) ripiene di uvetta secca, noci e purea (fresca) di castagna, poi piegate e ricoperte di crema di cioccolato e servite a fiamma viva.
 
Infine, sappi che il brunch della domenica da Gundel è un must molto apprezzato in città e la sera, la cravatta non è di rigore, basta la giacca. Non ti pentirai.

Kárpátia: Tamás Bereznay alla ricerca della cucina ungherese contemporanea

Installato in un antico convento francescano dal 1877, Kárpátia gode di una magnifica cornice Liberty con le sue vetrate, il parquet, i rivestimenti di legno e i mobili in ferro battuto che evocano il tardo rinascimento. Tutto respira la buona vecchia civiltà magiara! Quale fu la nostra sorpresa quando ci trovammo di fronte allo chef Tamás Bereznay, la cui giovane età contrasta con l'anzianità del ristorante. Appassionato di cucina dall'età di sei anni, quando ricopiava accuratamente le ricette di sua nonna, Tamás è ben deciso a scrivere una pagina contemporanea della cucina ungherese con autentiche creazioni basate sui migliori prodotti del paese. Come molti altri chef ungheresi che si volgono verso gli "standard" europei, questo chef intende anche rinnovare i piatti tradizionali e riprendere alcune ricette dimenticate sotto il comunismo in cui si utilizzava molta paprika forse per nascondere con la forza del peperoncino la qualità mediocre di certi prodotti.

Di fatto, la nuova carta del Kárpátia è un modello di equilibrio e di freschezza. Include ricette tradizionali come i crauti farciti alla Kolozsvár, il ragù di cervo alla crema acida, il goulasch, il lucioperca del lago Balaton ai ferri o il foie gras di oca ruspante accompagnato d'insalata di cipolle rosse. Qualche concessione alla spezia emblematica della cucina ungherese con una trota affumicata alla paprika e al timo, o un siluro alla paprika, con pasta e pleuroti. Coloro che temono la pesantezza dei dessert d'Europa centrale non resisteranno al soufflé di mela con spuma di albume d'uovo, salsa vaniglia e rum, al semifreddo alla cannella o al dolce di semi di papavero alla Tamás con ciliege candite, semola e mascarpone. Un indirizzo eccellente, frequentato in particolare dagli uomini d'affari di Pest.

Fülemüle: nel cuore della cucina ebraica di Europa centrale
Le specialità di questo ristorantino sono i piatti ebraici tipici d'Europa centrale confezionati a partire da ricette della nonna. Il premio Nobel di letteratura Imre Kertesz è un assiduo frequentatore.
 
Se la carta offre piatti vegetariani e pesce, è l'oca la regina da Fülemüle! Il fegato è accompagnato da un trito di uova sode e cipolle o viene servito nella minestra; il collo è farcito con un miscuglio di carne di oca e di tacchino; la pelle arrostita viene servita accompagnata da un assortimento di verdure macerate nell'aceto, il petto si degusta con la crema acida - è il piatto preferito da István Szabó, il regista del Colonnello Redl, Oscar del miglior film straniero nel 1985. Ma il padrone  András Singer vanta ancora di più i meriti del suo piatto di fagioli sólet, cotti al forno per sei ore con un trito di cipolla, erbette e spezie. Prendi la versione battezzata "re Davide", è servita con un piatto d'oca completo.

Fakanál : piatti tipici nel mercato centrale
Situato nella galleria superiore del mercato centrale (vedi il nostro articolo Budapest, la perla del Danubio), ecco un ristorante self-service per degustare piatti ungheresi tipici freddi o caldi. Sono proposti regolarmente goulasch, crêpes alla Fakanál ripiene di formaggio fresco alla salsa alla cannella, pollo alla paprika, cavolo al peperone farcito, pasta al cavolo. Ma il luogo è noto anche per i corsi di cucina ungherese (3/4 d'ora + pranzo, 30 €) e le degustazioni di vini. La selezione del momento comprende alcuni vini di qualità come Badacsony Szemelet Rizling (Cantina Szeremley), un Soproni kékfrankos (cantina Jangl) o un Dörgicsei Juhfark.
 
Il pianterreno coperto è occupato da bancherelle di frutta, verdura, salsicce, salami e tante altre buone cose. Potrai fare la spesa, proprio come un vero abitante di Budapest.

Menza : la mensa anni 70 trendy
Situato a due passi dall'Accademia di musica Franz Liszt, il ristorante Menza (che significa "mensa ") si distingue innanzitutto pe la decorazione molto riuscita in cui domina l'arancione, di stile anni settanta. I migliori DJs delle radio di Budapest vengono qui a fare qualche " interim " in incognito.
 
A mezzogiorno si incontrano soprattutto i dirigenti, gli impiegati e le persone anziane del quartiere, mentre la sera, si riunisce una popolazione più giovane. Nei piatti, troverete specialità ungheresi tradizionali (minestra di oca, castagne e funghi; pancetta di oca affumicata) e qualche piatto internazionale come la scaloppina alla milanese. Prezzi modici (formula pranzo a 13 €) e carta dei vini che privilegia i piccoli produttori.

Pasticcerie e sale da tè
Gerbeaud, l'apoteosi della pasticceria d'Europa centrale
 
Questa istituzione assolutamente imperdibile è stata fondata da Henrik Kugler nel 1858, poi ripresa alla fine del XIX secolo dal pasticcere di origine svizzera Émil Gerbeaud. In una cornice di stile Belle Époque con tavolini alla parigina, tendaggi e stucchi, gusterai in priorità le tre grandi specialità di una casa che utilizza solo prodotti ungheresi, eccetto il cioccolato che viene dal Belgio.

Il Dobos, dal nome del suo inventore, József Dobos (1847-1924), è un dolce che alterna sei fondi di torta e altrettanti strati di crema al burro profumato al cioccolato, il tutto ricoperto da una glassatura al caramello.
Classico tra i classici, l'Esterházy è un dolce alla crema e alle noci ricoperto di uno strato di caramello.
 Infine, il Gerbeaud, il nostro preferito e l'ultima creazione della pasticceria, è un biscotto morbido al cioccolato e al burro di cacao. Per accompagnare il dolce potrai scegliere tra una cioccolata calda o un caffè (la casa propone numerosi caffè di qualità) con aggiunta o no di panna montata, di cioccolata, o di liquore di albicocca.

 È il luogo ideale per fare colazione la mattina prima dell'arrivo dei turisti.

Ruszwurm Cukrászda
Aperto nel 1827 da Franz Schwabl, accanto alla chiesa Mátyás, questa piccola pasticceria dalla decorazione Biedermeier in legno di ciliegio selvatico vale la pausa di gola, anche se è difficile trovare un posto seduto ai rari tavolini.
 
Oltre a un delizioso strudel alle amarene, alla mela, al papavero e al formaggio fresco, bisogna assaggiare il somlói galuska, un pan di spagna intriso di rum, ripieno di crema pasticciera e uva sultanina, ricoperto di cioccolato liquido e di panna montata.

Indirizzi

Gundel
Álatkerti Út 2
Tel. : (+36 1) 468 4040. Fax : (36-1) 363 1917.
www.gundel.hu
 
Kárpátia
Ferenciek tere 7-8
Tel.: (+36 1) 317 3596. Fax : (36-1) 318 0591.
www.karpatia.hu
 
Fülemüle
Kőfaragó utca 5
Tel.: (+36 1 ) 266 7947.
www.fulemule.hu  
Fakanál
Vásárcsarnok, galerie supérieure.
www.bridge-tours.hu
 
Menza
1061 Bp. Liszt Ferenc tér 2.
Tel.: (+36 1) 413 1482
www.menza.co.hu
 
Gerbeaud
Vörömarty tér 7
Tel.: (+36 1) 429 90 00
www.gerbeaud.hu
 
Ruszwurm Cukrászda
Szentháromság utca 7
Tel.: (+36 1) 375 5284
www.ruszwurm.hu
 

Ultimo Aggiornamento ( martedì, 22 ottobre 2013 )
< Precedente   Successivo >
Copyright 2004 PRIMOLABORATORIO All rights reserved.
Associazione Culturale No Profit di Comunicazione & Divulgazione Editrice del periodico on line www.primolaboratorio.com
Run on MAMBO