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CENSIS: I dieci uomini pił ricchi d'Italia hanno un patrimonio pari a 500 mila famiglie Stampa
Scritto da Debora D'Angiolillo   
domenica, 04 maggio 2014
Roma 04 maggio 2014

I dieci uomini più ricchi del paese dispongono di un patrimonio di circa 75 miliardi di euro, pari a quello di quasi 500mila famiglie operaie messe insieme. Non solo: poco meno di 2mila italiani "paperoni", membri del club mondiale degli ultraricchi, dispongono di un patrimonio complessivo superiore a 169 miliardi, escluso il valore degli immobili e questo significa che lo 0,003% della popolazione possiede una ricchezza pari a quella del 4,5% della popolazione totale.
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Questi i dati del Censis che dichiara "sono le diseguaglianze sociali sempre più marcate il vero male che corrode l'Italia".  Ed infatti le distanze nella ricchezza sono cresciute nel tempo. "Oggi, in piena crisi, il patrimonio di un dirigente - osserva il Censis - è pari a 5,6 volte quello di un operaio, mentre era pari a circa 3 volte vent'anni fa. Il patrimonio di un libero professionista è pari a 4,5 volte quello di un operaio (4 volte vent'anni fa). Quello di un imprenditore è invece pari a oltre 3 volte quello di un operaio (2,9 volte vent'anni fa)".
Rispetto a dodici anni fa, i redditi familiari annui degli operai sono diminuiti, in termini reali, del 17,9%.

Anche la geografia ha il suo peso nella disparità di ricchezza. Secondo quanto rileva il Censis il rischio di finire in povertà è, per i residenti nel Sud (33,3%), triplo rispetto a quelli del Nord (10,7%) e doppio rispetto a quelli del Centro (15,5%). Nel Sud (18%) i residenti hanno anche un rischio quasi doppio di finire indebitati rispetto al Nord (10,4%) e di 5 punti percentuali piu' alto rispetto a quelli del Centro (13%).

Altri fattori di inquità sociale sono scelte personali, come decidere di avere o non avere bambini. La nascita del primo figlio fa aumentare di poco, rispetto alle coppie senza figli, il rischio di finire in povertà (nel primo caso il rischio riguarda l'11,6%, nel secondo caso il 13,1%). Ma la nascita del secondo figlio fa quasi raddoppiare il rischio di finire in povertà e la nascita del terzo figlio lo triplica.
Roma 03 maggio 2014I dieci uomini più ricchi del paese dispongono di un patrimonio di circa 75 miliardi di euro, pari a quello di quasi 500mila famiglie operaie messe insieme. Non solo: poco meno di 2mila italiani "paperoni", membri del club mondiale degli ultraricchi, dispongono di un patrimonio complessivo superiore a 169 miliardi, escluso il valore degli immobili e questo significa che lo 0,003% della popolazione possiede una ricchezza pari a quella del 4,5% della popolazione totale.

Questi i dati del Censis che dichiara "sono le diseguaglianze sociali sempre più marcate il vero male che corrode l'Italia".  Ed infatti le distanze nella ricchezza sono cresciute nel tempo. "Oggi, in piena crisi, il patrimonio di un dirigente - osserva il Censis - è pari a 5,6 volte quello di un operaio, mentre era pari a circa 3 volte vent'anni fa. Il patrimonio di un libero professionista è pari a 4,5 volte quello di un operaio (4 volte vent'anni fa). Quello di un imprenditore è invece pari a oltre 3 volte quello di un operaio (2,9 volte vent'anni fa)".
Rispetto a dodici anni fa, i redditi familiari annui degli operai sono diminuiti, in termini reali, del 17,9%.

Anche la geografia ha il suo peso nella disparità di ricchezza. Secondo quanto rileva il Censis il rischio di finire in povertà è, per i residenti nel Sud (33,3%), triplo rispetto a quelli del Nord (10,7%) e doppio rispetto a quelli del Centro (15,5%). Nel Sud (18%) i residenti hanno anche un rischio quasi doppio di finire indebitati rispetto al Nord (10,4%) e di 5 punti percentuali piu' alto rispetto a quelli del Centro (13%).

Altri fattori di inquità sociale sono scelte personali, come decidere di avere o non avere bambini. La nascita del primo figlio fa aumentare di poco, rispetto alle coppie senza figli, il rischio di finire in povertà (nel primo caso il rischio riguarda l'11,6%, nel secondo caso il 13,1%). Ma la nascita del secondo figlio fa quasi raddoppiare il rischio di finire in povertà e la nascita del terzo figlio lo triplica.
Ultimo Aggiornamento ( domenica, 04 maggio 2014 )
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