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Appello degli scienziati: Centro adroterapia tumori di Pavia rischia chiusura Stampa
Contributo di Roberto Pica   
martedì, 02 dicembre 2014

Foto_CNAO.pngAppello a Napolitano e Renzi dal mondo scientifico italiano, con le firme di Fabiola Gianotti, del Nobel Carlo Rubbia e dell'oncologo Umberto Veronesi per salvare dalla chiusura per mancanza di finanziamenti il Centro Nazionale di Adroterapia Oncologica (Cnao) di Pavia, che utilizza particelle come protoni e ioni carbonio per trattare i tumori che non sono operabili e resistenti alla radioterapia tradizionale.


    La lettera è stata inviata dall'ideatore del centro presso il Cern, Ugo Amaldi, ed è firmata da 13 esponenti di primo piano della comunità scientifica e della divulgazione, come il fisico Luciano Maiani, il direttore scientifico del Cern Sergio Bertolucci, il presidente dell'Istituto Nazionale di Fisica Nucleare Fernando Ferroni, il direttore dell'Istituto Mario Negri Silvio Garattini.

    Ideato al Cern nel 1996, il Cnao è una fondazione privata senza scopo di lucro che, istituita dal Ministero della Salute nel 2001 ed è convenzionato con il Servizio Sanitario Nazionale.

    Oggi ''a causa dei tagli ai finanziamenti, si trova in grande difficoltà e rischia di chiudere con grave danno per le diverse migliaia di pazienti oncologici che ogni anno in Italia avrebbero bisogno di un trattamento di adroterapia'', si legge nella lettera, indirizzata anche al ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, e al presidente della Regione Lombardia, Roberto Maroni.

    ''I mancati finanziamenti degli ultimi anni, che sono alla radice delle attuali difficoltà - prosegue la lettera - non devono mettere in pericolo le attività di questo fiore all'occhiello del Sistema sanitario italiano. Nel mondo, infatti, sono soltanto quattro i centri in grado di eseguire - in Germania, Giappone e Cina - trattamenti oncologici così avanzati''. 
   

Il presidente della Fondazione Cnao, Erminio Borloni, lancia l'allarme: "Mancano all'appello 35 milioni di euro". Borloni, dopo aver combattuto per più di due anni per ottenere i finanziamenti promessi e poi 'spariti' dalle varie Finanziarie, ammette sconsolato: ''non so più cosa fare''. Se il Governo non stanzierà questi fondi rapidamente, rispondendo anche all'appello degli eminenti scienziati italiani che  hanno scritto al premier Renzi e al Presidente della Repubblica Napolitano, ''il Cnao rischia di chiudere entro fine anno - spiega Borloni - lasciando migliaia di pazienti senza speranza e 110 dipendenti altamente qualificati (tra cui molti fisici e ingegneri) senza lavoro''.

Realizzato in 12 anni grazie alla collaborazione di prestigiosi istituti come il Cern di Ginevra, l'Istituto nazionale dei tumori di Milano e l'Istituto nazionale di fisica nucleare, il Cnao è l'unico centro italiano in grado di usare sia protoni che ioni carbonio per trattare le forme di tumori non operabili e resistenti alla radioterapia tradizionale. Ad oggi sono 380 i pazienti già trattati. Nel mondo ci sono altri tre centri simili e si trovano in Germania, Giappone e Cina. ''Questi 35 milioni che attendiamo da più di due anni - precisa Borloni - sono quelli che ci mancano per pagare la costruzione del centro, che in totale ha richiesto un investimento di 135 milioni di euro, 50% in meno di quanto richiesto dagli altri centri all'estero. Allo stato attuale solo un fido bancario di 4,9 milioni di euro sta sostenendo l'operatività della Fondazione e il suo esaurimento è previsto per la fine del 2014''. La chiusura del centro ''comporterebbe lo sperpero indecente di finanziamenti pubblici per oltre 100 milioni di euro, con il conseguente carico dei debiti in essere e una clamorosa perdita di immagine a livello internazionale'', conclude il presidente della Fondazione Cnao.

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