Nuovi farmaci contro la psoriasiLe terapie biologiche sono efficaciBuone notizie per i due milioni di italiani che soffrono di psoriasi. Le nuove prospettive aperte dai farmaci biologici per il trattamento della malattia hanno trovano conferma dalla prima indagine comparativa sull'efficacia a lungo termine dei preparati che si basano su un anticorpo monoclonale umanizzato. Lo studio ha messo a confronto cinque terapie biologiche attualmente utilizzate nel trattamento delle persone affette da psoriasi a placche cronica in forma moderata e grave: dopo 36 mesi di trattamento continuativo è stato registrato un livello di efficacia costante.
Il professor Sergio Chimenti e la professoressa Ketty Peris, rispettivamente direttore della clinica dermatologica dell' Università di Tor Vergata (Roma) e dell'Università dell' Aquila, hanno illustrato lo studio comparativo svolto dal dermatologo canadese Kim Papp, dell'Università dell' Ontario. Tre delle cinque terapie messe a confronto, tra cui la molecola Efalizumab, sono state registrate in Europa e sono in commercio anche in Italia; da aprile il farmaco che ne contiene il principio attivo (Raptiva) è rimborsabile . "Efalizumab - hanno sottolineato Chimenti e Peris - si è dimostrato efficace nel 70% dei casi e i limitati effetti collaterali, come una sindrome simil-influenzale, tendono a scomparire man mano che si prosegue nell'assunzione. Non sono emersi eventi avversi, come infezioni o incidenza di forme tumorali". L'Efalizumab si assume con un'iniezione sottocutanea una volta la settimana. I due studiosi hanno sottolineato che si tratta di un passo avanti importante, “perché fino a poco tempo fa per il trattamento della psoriasi, esistevano solo farmaci capaci di controllarne temporaneamente i sintomi, con effetti collaterali nel lungo termine". Di psoriasi soffre il 3% della popolazione mondiale: si tratta di una malattia dovuta a un'alterazione del sistema immunitario, in particolare - e in particolare dei linfociti T, cellule-soldato del sistema immunitario - che, attivandosi in modo anomalo, inducono lo sviluppo di processi infiammatori che provocano la formazione sulla pelle di placche squamose e infiammate. Pur non essendo infettiva, la malattia ha pesanti implicazioni dal punto di vista sociale e psicologico. Ma, ha concluso Cimenti, grazie ai nuovi farmaci si può arrivare a tenerla sotto controllo e a convere con essa, come avviene nel caso dei malati colpiti dal diabete e dall’ipertensione. |