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domenica, 30 maggio 2010 |
Successo della terapia antidolore nel partoL'oppio delle donneUn approccio al parto 'dolce' innovativo per l'Italia, "ma già ampiamente studiato fin dagli anni '90 nel Regno Unito", assicura Anna Maria Melani, responsabile del Reparto di anestesia del Dipartimento materno-infantile dell'ospedale Careggi di Firenze. Un campo di oppio Un oppioide di sintesi somministrato endovena per partorire senza dolore. E' l'alternativa all'epidurale sperimentata all'ospedale Careggi di Firenze per le donne che non possono sottoporsi alla classica analgesia per problemi di salute o per paura. Un approccio al parto 'dolce' innovativo per l'Italia, "ma gia' ampiamente studiato fin dagli anni '90 nel Regno Unito", assicura Anna Maria Melani, responsabile del Reparto di anestesia del Dipartimento materno-infantile del Careggi, dove sono gia' state trattate piu' di mille pazienti dal 2006, anno di debutto della sperimentazione. Ma in Italia la paziente 'zero' e' stata la stessa figlia della dottoressa Melani, che nel 2005 ha deciso di dire no all'iniezione nella colonna vertebrale e di testare questo farmaco di ultima generazione, il remifentanil. "E' stato un volo sicuro - spiega Melani - perche' questo oppioide era gia' stato sperimentato e si sapeva gia' molto sui suoi meccanismi di azione. Si tratta di un prodotto che agisce rapidamente e altrettanto velocemente viene eliminato dall'organismo". La sperimentazione e' partita dopo il parere positivo del comitato etico dell'ospedale. La specialista ha messo a punto il protocollo e sono cominciati i 'parti alternativi'. Studiato per garantire un parto dolce anche alle pazienti con problemi di coagulazione, una controindicazione che non permette di sottoporsi all'epidurale, l'oppioide viene somministrato per infusione continua, ma il dosaggio non e' standard. Per ogni paziente "la quantita' e' 'tagliata su misura' e dipende dai recettori oppioidi endogeni", spiega Melani. Il segreto di questo prodotto e' nel metabolismo: "E' un farmaco che non si accumula e non ha effetti collaterali ne' per la mamma ne' per il bambino, perche' viene metabolizzato da enzimi sempre presenti nell'organismo, anche in quello del bebe'", precisa. Il reparto oggi riceve molte richieste per questo approccio innovativo. "In particolare sono donne terrorizzate dagli aghi o dai rischi dell'iniezione spinale", osserva la specialista. La tecnica adottata da Melani si sposa con la filosofia dell'ospedale fiorentino che punta sulla non medicalizzazione del parto. I risultati della sperimentazione sono stati anche pubblicati sulla rivista internazionale 'Anesthesia and analgesia'. |